Storia del pastore tedesco

Il pastore tedesco, detto impropriamente cane lupo, è il cane da pastore più diffuso al mondo. Malgrado il suo aspetto ricordi quello del lupo, non vi è alcuna parentela con questo animale: la somiglianza è puramente frutto degli accoppiamenti selettivi praticati. Ecco alcuni cenni storici relativi al pastore tedesco.

Le origini del pastore tedesco

Sulle origini del pastore tedesco sono state formulate numerose ipotesi, ma le più credibili escludono incroci recenti o lontani con il lupo. Certamente esistono varie analogie tra le due razze sia nella conformazione esteriore che nel carattere, ma sono la conseguenza di un’oculata selezione da parte degli allevatori. Del resto è opportuno ricordare che, mentre il pastore tedesco si è evoluto come cane per la pastorizia, da guardia, da accompagnamento e da difesa, e si distingue per la sua lealtà e fedeltà al padrone, il lupo è un animale selvatico e predatore.

Questa razza canina venne perfezionata alla fine del XIX secolo dal capitano di cavalleria Max von Stephanitz, mediante un lavoro di paziente selezione dei cani da pastore esistenti in Germania, eterogenei per taglia e caratteristiche fisiche nelle diverse regioni.

Von Stephanitz si era prefisso di ottenere un cane pastore da lavoro, di taglia media, ossatura e muscolatura forte ma allo stesso tempo resistente alla fatica e con innate caratteristiche di obbedienza, intelligenza e utilità. Il capitano ebbe l’intuizione di mettere insieme i pregi di tre tipi di cane da pastore presenti in Germania, quello del Würtemberg, della Turingia e della Svevia. Ne scaturì un bellissimo cane di medie dimensioni, forte e resistente, con le orecchie di forma triangolare, erette e rivolte in avanti, la coda lunga, una struttura agile e muscolosa e un’indole vivace e intelligente.

La nascita dell’associazione per il cane da pastore tedesco

Lo stesso von Stephanitz, insieme ad alcuni amici, fondò la Verein für Deutsche Schäferhunde (associazione per il cane da pastore tedesco), nota con la sigla S.V., un’associazione di allevatori volta alla salvaguardia della novella razza canina.

Il progenitore di tutti i pastori tedeschi fu Hektor Linksrhein, alias Horand von Grafrath, primo pastore tedesco iscritto nel S.V. Zuchtbuch, il registro ufficiale di allevamento della neo costituita associazione. Si trattava di un cane grigio acquistato dal von Stephanitz nel 1898 in un’esposizione canina di Hannover e che era la sintesi di tutte le caratteristiche che il capitano aveva idealizzato in un cane.

A circa due anni di distanza dalla registrazione del capostipite della razza nel Zuchtbuch venne redatto lo standard ufficiale del pastore tedesco, cioè la schematizzazione delle caratteristiche morfologiche e caratteriali al quale fare riferimento per la classificazione del cane.

In Italia il pastore tedesco è comparso per la prima volta nel 1906 all’Esposizione Canina Internazionale di Milano.

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Il pastore tedesco oggi

I primi esemplari di questa razza erano caratterizzati da una grande disomogeneità morfologica e da tratti caratteriali non proprio soddisfacenti ma dopo anni di selezione si poterono osservare notevoli progressi. Oggi il cane da pastore tedesco appare piuttosto diverso rispetto ai primi del ‘900, in particolare la parte posteriore è più bassa forse per ottenere una maggiore spinta per il balzo tipico dell’attacco.

Il pastore tedesco è un cane fedele, energico, ubbidiente, vigile e protettivo ed è in grado di svolgere un’infinità di compiti. Nell’ambito della pastorizia, la sua funzione consiste essenzialmente nel condurre le bestie al pascolo e impedire che si disperdano. Insuperabile per la guardia e la difesa del padrone, vanta, fra le altre incombenze, anche quella di cane-guida per i ciechi.

Viene inoltre utilizzato per guidare le squadre di soccorso nella ricerca di persone disperse nella neve o sepolte da frane o terremoti. Infatti possiede il tradizionale fiuto del cane da pastore, il quale sa indicare al padrone la localizzazione di una pecora smarrita sotto la neve.

Per la sua intelligenza, l’attenzione e la docilità che lo contraddistinguono è stato adottato in tutto il mondo dalle forze dell’ordine come cane antidroga e antisommossa, da qui l’appellativo di cane poliziotto.

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